Intervista: Chewbe aka The Rude Noises - Latitanz
Chewbe aka The Rude Noises dei Latitanz parla del mondo delle feste com'era 10 anni fa, com'è ora e di cosa può diventare...
U.R. Quest'anno fate 10 anni di attività, cosa ne pensate dell'evoluzione (o retrocessione) che ha avuto il movimento nell'ultimo decennio?
C. Vengo da 13 anni di feste, visto che la mia esperienza coi free party incomincia quando avevo 17 anni, 3 anni prima della nascita della Latitanz. In quel periodo però io facevo parte della crew Altered Beats, e sono confluito nella LTZ solo quando gli Altered si sono sciolti, cioè circa 3 anni dopo, nel 2003. In questi anni ho visto il movimento cambiare radicalmente, tornare quasi come all’inizio, cambiare di nuovo, per arrivare a vedere delle crew di ora che si avvicinano molto al messaggio iniziale. Penso che niente sarà più come alle origini, ma questa è una conseguenza logica dello scorrere del tempo; però penso anche che non tutto quello che c’è adesso sia da buttare...ovviamente è mancato qualcuno che potesse fare, come dire, da guida, come l’abbiamo avuta noi ai nostri tempi nelle figure delle tribe storiche (che erano una famiglia prima ancora che un sound system)...
in 10 anni di party abbiamo fatto feste con buona parte delle crew più conosciute, come Tomahawk, Kamikaze, Kernel Panik, Desert Storm, Circus Alien ecc...
ecco, quello che penso è che c’è stato un vuoto tra i traveller e raver della prima ora e quelli venuti dopo; questo ha fatto sì che si perdesse parte del messaggio originale, che non è stato tramandato bene, o forse è stato travisato dalle new generation.
U.R. Qual'era la situazione del panorama underground italiano 10 anni fa? Come e perché avete deciso di iniziare la vostra "avventura"? Credete che oggi sia rimasto qualcosa dei vecchi principi in cui credere?
C. Dieci anni fa c’era molta meno repressione... arrivavi in una città e uno squat o un posto tranquillo dove parcheggiare i camion lo trovavi sempre... ora a Milano non ci sono più posti così e Roma non è da meno... allora un sacco di persone vivevano sui mezzi, in maniera nomade, e si era un convoglio itinerante che si spostava di città in città e di festa in festa. Ora il rave è visto come un evento di una sola notte, non come un modo di vita alternativo a quello offerto da questa società fascista e oppressiva... a me personalmente ha cambiato la vita andare al primo rave... mi sono da subito interessato a quello che c’era dietro e un anno dopo mi sono comprato il primo furgone, poi mi sono diplomato e sono partito: sono stato in giro in Europa per circa 3 anni, mi mantenevo facendo feste con la mia prima crew, Altered Beats... ho deciso di partire perchè mi sentivo soffocato dalla vita della provincia, visto che vengo da un piccolo paese, e perchè pensavo che ci fosse qualcosa di più di quello che mi veniva offerto, qualcosa in cui ero io a decidere, qualcosa che mi facesse sentire davvero vivo... questa cosa erano i free party. La scena era molto variegata allora, non come adesso, che trovi tutti omologati e vestiti uguali... allora trovavi il punk, il raver, l’hippy, il centrosocialista, il fighetto... era fantastico per quello, perché tutte queste realtà convivevano dando un energia particolare. Io personalmente credo ancora in quei principi, vivo in un camion nomade, faccio la mia musica, viaggio spesso organizzando feste o eventi in genere, visto che ormai è quasi da arresto fare rave.
U.R. Spesso viene fatta notare la differenza (negativa) in termini di comportamento tra i raver (e non solo) italiani ed i cugini europei, spesso si sente dire che per questo ed altri motivi le feste in italia scompariranno. Da italiano pensi che si possa migliorare? O siamo figli di una cultura e di una società così marce da essere irrimediabilmente rovinati anche noi che "ce ne chiamiamo fuori"?
C. Non so, ma ti dico che a me fa schifo sputare nel piatto in cui mangio... prima vado alla festa, e poi le sparo addosso facendo quello che ha capito tutto... perché non se le organizzano da soli le feste, se quelle che ci sono non gli vanno bene? Le feste non scompariranno, non sono scomparse in Francia o in Inghilterra, dove hanno fatto leggi ad hoc, e dovrebbero sparire nel Belpaese dei nani e delle ballerine? ...ahahahahaha (scusa ma mi vien da ridere).
U.R. Hai qualcos'altro da dire? Un messaggio da lasciare?
C. Vorrei solo dire che un muro di casse enorme non fa una bella festa, che l’energia che sentivo prima ora la sento in rare occasioni e di non arrendersi mai. On Top No Stop (cit.)
Chewbe aka The Rude Noises proudly LATITANZ.